Di seguito e nella sezione Contributi l’intervento di Francesca Scarpato del collettivo La Scintilla di Trieste , prima firmataria del nostro appello, all’ultima Assemblea dei delegati della CGIL Friuli Fenezia Giulia.

Pasian di Prato, 21 novembre 2008

Care compagne, cari compagni,
le mobilitazioni in difesa della scuola e dell’istruzione pubbliche in poche settimane sono riuscite a mettere in difficoltà un governo che sembrava essere sospinto da un incessante vento in poppa; mobilitazioni che hanno sconvolto l’agenda politica di un esecutivo che, per la prima volta dopo mesi, ha iniziato finalmente a scricchiolare pesantemente nei sondaggi, a dimostrazione della bontà del vecchio adagio, cui nostalgiche come la sottoscritta continuano a essere affezionate: quello cioè secondo cui solo la lotta paga.
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Esprimiamo piena solidarietà ad Ascanio Celestini ed Enrico Capuano, artisti che sin dall’inizio si sono schierati attivamente al fianco dell’onda, che oggi sono stati attaccati e minacciati dal Blocco Studentesco.
Ascanio ed Enrico ieri, durante il concerto alla Sapienza, hanno giustamente detto che questo movimento è antifascista, e che le lotte dell’Onda non si possono congiungere in alcun modo a chi compie atti di squadrismo, e che si batte per una societa’ basata sulla disuguaglianza e sulla discriminazione, esattamente l’opposto del nostro modello di società.

Nella sezione Contributi trovate una analisi inviataci da Trieste “Come uno scoglio può arginare l’onda…“.

Continuano ad arrivare adesioni personali al nostro appello e presto le inseriremo in uno spazio apposito in questo blog.
Ma ancora più importante si allargano le adesioni di gruppi e collettivi universitari. Oggi ha dato la sua adesione la Rete 25 aprile, che unisce diversi collettivi attivi nelle università di Potenza, Matera, Salerno e Cosenza con altre esperienze di lotta nel mondo del lavoro, specie nel settore degli edili. Non possiamo che esserne lieti, l’unità tra studenti e mondo del lavoro è un passo imprescindibile perché la nostra lotta possa avere successo.
Presto aggiornamenti dall’assemblea di Roma.

Solo la lotta paga!

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Oggi inizia la due giorni di dibattito ed elaborazione del movimento sul mondo dell’università. Nel pomeriggio di oggi si terranno i 3 workshop tematici su didattica, diritto allo studio e ricerca per l’elaborazione delle proposte del movimento. In tarda mattinata registriamo già una partecipazione altissima e un clima ottimo di unità e collaborazione. Cose che nel mondo delle proteste universitarie non sono certo di tutti i giorni.
Il nostro appello “Solo la lotta paga” è in distribuzione presso i luoghi dell’assemblea e del workshop.

Sabato 15 novembre

10:30 – 13:00 Plenaria

13:00 – 14:00 Pausa pranzo

14:00 – 17:30 Workshop

21:00 – 23:00 Riunione delle presidenze dei workshop e report sui punti tematici. Riunione sulle forme di autorganizzazione del movimento

Domenica 16 novembre

9:00 – 12:00 Plenaria

12:00 – 16:00 Assemblea scuola e università

Non solo i 200.000 manifestanti di Roma, tra studenti e sindacati: tutto il paese è percorso da mobilitazioni e proteste di varia natura. Un esempio di mobilitazione generale che dimostra la consistenza della protesta.

10.000 manifestanti a Cagliari, 15.000 a Palermo, manifestazioni anche a Genova, Brescia, Milano e Bolzano. A Catania poco fa (ora sono le 14.20 circa) gli studenti hanno occupato il rettorato.
Ad Alghero il gruppo Architettura in Movimento (tra i sottoscrittori dell’appello “Solo la lotta paga”) sta dando vita ad una giornata di iniziative intitolata “Giornata di pro_testa“.

All’estero gli studenti in erasmus si fanno sentire: Repubblica online segnala una manifestazione a Siviglia e una a Aarhus in Danimarca.

14novembre

200.000 studenti in piazza a Roma. Tre cortei di sindacato e studenti.
Iniziative e manifestazioni in tutta Italia.
Di fronte ad un’altra dimostrazione di massa dello scontento popolare verso le misure finanziarie di Tremonti e l’attacco all’università Aprea conferma “Non ritireremo la legge”.
Di fronte alla cecità del governo, mai come ora: Solo la lotta paga!
Presto su questo blog aggiornamenti e notizie.

Di seguito e nella sezione dedicata trovate l’appello di movimento verso la manifestazione del 14 novembre e l’assemblea generale dell’università che si svolgerà a Roma il giorno dopo. Facciamolo circolare nei nostri luoghi di studio, facciamolo sottoscrivere, affinchè l’onda anomala possa continuare a crescere, dentro e fuori l’Università. Inviate le adesioni di singoli, gruppi, facoltà o assemblee a: sololalottapaga@gmail.com!

SOLO LA LOTTA PAGA

Assemblee di facoltà e di ateneo, presidii fuori e dentro l’università, sit-in davanti ai rettorati, cortei e manifestazioni, lezioni in piazza, notti bianche, fiaccolate e occupazioni. È con queste notizie che i quotidiani e i telegiornali sono costretti a fare i conti da ormai quasi tre settimane. Non c’è da stupirsene. Il movimento sorto per respingere le controriforme e le misure draconiane in materia di istruzione, università e ricerca del governo Berlusconi non accenna a fermarsi.
Una nuova energia sembra nutrirlo, una diversa vitalità sembra alimentare la determinazione e la tenacia delle tante e dei tanti che questo movimento stanno animando. L’“onda anomala” nasce da cause politiche e sociali generali: le iniziative controriformatrici della coppia Tremonti/Gelmini hanno fatto soltanto da detonatore. Alle spalle degli studenti in lotta ci sono famiglie alle prese con il carovita e con gli effetti devastanti della recessione sulla condizione occupazionale. L’attacco al sistema formativo pubblico da parte del Ministro Gelmini è soltanto un capitolo dell’aggressione al lavoro subordinato con cui l’attuale esecutivo si è proposto di “risolvere” la crisi economica.
Non per caso “noi la crisi non la paghiamo” è lo slogan più ricorrente nell’ambito della lotta che le studentesse e gli studenti stanno portando avanti per rimandare al mittente la legge 133, e con essa il taglio di 1,5 miliardi di euro all’Ffo nei prossimi cinque anni, il blocco del turnover per i prossimi tre anni, la possibilità di trasformare le università pubbliche in fondazioni; ma anche la possibilità che i soldi sottratti a un bene universale come l’istruzione possano tappare i buchi – con il decreto legge “salvabanche” – aperti dalla crisi che ha investito i mercati finanziari.
Che la natura di questo movimento non sia paragonabile a quella degli ultimi che abbiamo visto nascere e velocemente morire negli anni scorsi pare averlo capito anche il governo, se si evocano sinistri sgomberi delle realtà occupate e denunce penali nei confronti di chi impedirà alle maggioranze silenziose di continuare a istruirsi; se si ricorre a infiltrazioni squadriste dei cortei per intimidire studenti pacifici e armati soltanto della determinazione necessaria a non lasciar rifluire il movimento, come si è fatto a piazza Navona; se Berlusconi rimanda la presentazione della “vera riforma dell’Università”, che la Gelmini avrebbe dovuto illustrare nei prossimi giorni.
Il nervosismo dell’esecutivo è palpabile, la tensione non sempre mascherabile. Segni evidenti che siamo sulla strada giusta. Leggi il seguito di questo post »

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